Scrivere per piacere: le 3 declinazioni della scrittura
scrivere per piacere

Scrivere per piacere: a se stessi, agli altri e per necessità

Come sempre, il potere della punteggiatura!
Tre declinazioni dello scrivere, dedicate a tutti gli appassionati.

1. Scrivere per piacere, per diletto

Questa è una delle tante sfumature di chi ama la scrittura e adora immergersi in quell’atmosfera di intima creatività che prende vita quando scriviamo.
È un modo di prendersi cura di sé, abbandonando il caos della vita esterna e rimanendo soli, ma in compagnia di se stessi. Un’ottima compagnia! 

2. Scrivi, per piacere!

Scrivere non è sempre, solo un piacere…
La scrittura a volte è dolorosa. Lo so, ma è necessario!
Mi ricordo sempre una frase di uno scrittore che, un giorno, venne a presentare il proprio libro al nostro liceo. Non rammento il nome del libro, né dello scrittore.
Qualcuno potrebbe dirmi che non ricordo proprio ciò che è importante, ma ognuno considera fondamentale ciò che è importante per sé, in quel momento.  

Succhiano sangue, le ombre, prima di parlare. 

Nel suo romanzo lo scrittore parlava di sé, della sua vita e del difficile rapportarsi con suo padre malato di alzheimer, una malattia logorante e degenerativa che porta via la vita a poco a poco. 

Ma ognuno può applicare questa frase alla sua esperienza personale, perché spesso fissare i nostri pensieri su carta vuol dire fare i conti con le nostre debolezze, i nostri difetti (eh sì, anche noi ne abbiamo!), le nostre paure…
E a volte anche con ciò che già sappiamo, ma che non vogliamo ammettere a noi stessi: la fine di una relazione, il passaggio a un’altra fase della nostra vita.
E molti altri intimi tabù.

3. Scrivi per piacere… agli altri

Questa, secondo me, è la sfumatura di transizione, l’anello di congiunzione tra la scrittura per diletto, per hobby personale, e la scrittura di professione.
Per scrivere per il web, o per il mondo dell’editoria, bisogna saper regolare la propria emozione.
Un po’ come i cantanti, quando si esibiscono.
Bisogna far entrare in gioco altri meccanismi: saper appassionare, intrattenere, suscitare emozioni, ma sempre mantenere il filo conduttore della storia.

Scrivere in questo senso significa fare un passo oltre, al di là dell’emozione. È un momento di elaborazione successiva.

Un po’ come quando, dopo un momento d’ira improvvisa, torniamo sui nostri passi ad analizzare meglio che cosa sia successo.
Scrivere dopo l’emozione può far chiarezza sull’emozione in sé, sull’esperienza vissuta e su noi stessi. 

Quando ci troviamo a scrivere per il web, o, in generale, a scrivere “per essere letti”, a volte ci sembrerà di dover mettere da parte la nostra personalità, il nostro stile e l’intima vocazione che ci anima.
Dobbiamo imparare che non è così!

Non si tratta di un annullarsi, ma di trasformarsi.

È un processo di maturazione inevitabile, che ci porterà ad arricchirci, anziché sminuire le nostre capacità. 

Mi viene in mente quando portai, piena di emozione, il primo capitolo della tesi di laurea al mio professore, perché lo correggesse…
Lo tacciò di eccessivo entusiasmo e ben scarso approccio formale! Ci rimasi così male, avrei voluto piangere. Fu come se venisse rifiutata una parte di me.

Ma di questo, magari, parleremo un’altra volta…

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