Rigiriamo la foto
rigiriamo la foto

Rigiriamo la foto

Non mi intendo di fotografia.
Però di recente un fotografo mi ha spiegato un concetto che mi ha dato da pensare.
Avete presente quando i fotografi professionisti rigirano sottosopra i propri scatti e li osservano con fare pensoso?
Questo procedimento non è indice di artistica stravaganza, ma segue un preciso obiettivo, che è quello di controllare il giusto bilanciamento di luci e ombre, di pieni e vuoti.
Chi è più esperto di me saprà spiegarlo meglio; io non mi intendo di fotografia.

 

Ripensandoci, però, mi è venuto in mente: “Chissà quante foto che ho visto, e che ai miei occhi sembrano bellissime, sono in realtà sbilanciate, imprecise, imperfette“.
Magari un occhio allenato le scarterebbe al primo sguardo, mentre io mi incanto ad adorarle.
Questo può succedere scorrendo le molte gallerie presenti sul web.
I nostri occhi non esperti ci fanno credere che lì, in quella foto dai colori pastello o dall’equilibrio di oggetti ben ponderato, risieda la perfezione.

E, invece, non si tratta altro che di una foto imprecisa. Se soltanto la rigirassimo…

Così a volte capita nella vita

Questo mi sono detta.
Che dall’esterno quello che vedo mi sembra bellissimo, intatto, senza un difetto.
Persone che sorridono, viaggiano, si amano e amano la propria vita. Loro sì che hanno trovato equilibrio e un senso alla loro esistenza. Quel senso che io, costantemente in bilico, osservo da lontano apparire e svanire in sogni e speranze.
Forse, però, a un occhio esperto…
Forse se rigirassimo la foto…
Allora tutto apparirebbe relativo: il mancato bilanciamento di luci e ombre farebbe balenare in noi il sospetto che non è tutto oro quel che luccica. Quelle vite così perfette hanno in sé altrettante imperfezioni, problemi, dolori, sacrifici e sforzi delle nostre.
Nei Social Network, nel web e spesso anche nella vita reale, noi scegliamo di guardare il mondo da una sola prospettiva.
Di solito è quella che ci fa più comodo, o che ci sembra più lampante a un primo sguardo.

E se provassimo a rigirare anche la nostra foto?

Forse quello che ci appare così confusionario, sghembo, distorto e brutto troverebbe una ragion d’essere in un più grande equilibrio di toni, nel bilanciamento delle luci, degli spazi vuoti e pieni.
Allora potremmo trovare un senso a un’esistenza che sembrava in bilico, scovare il tassello mancante in tutta quella confusionaria, apparente casualità.
Non siamo sbagliati, in ritardo, ingenue e patetiche menti caotiche in un mondo di ordine.
Possiamo essere perfetti e definiti, se soltanto scegliamo di indossare i nostri sguardi migliori.
Se soltanto rigiriamo la foto. 

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