La storia che vuoi raccontare è una storia interessante e degna di essere raccontata?
No, ma può diventarlo: ecco come.
La tua storia personale non è una storia. O meglio, non lo è ancora.
Dopo aver affrontato la dura realtà sulla scrittura creativa nell’articolo “L’autoinganno dello scrivente“, oggi tratteremo un’altra verità scomoda ma essenziale:
La tua storia personale non è (ancora) una storia completa per il tuo romanzo.
Per quale motivo?
Ognuno di noi ha dentro sé un insieme di esperienze che ha vissuto sulla sua pelle. Alcune più di altre rimangono vive in noi, tanto da reclamare di essere condivise.
Da questa esigenza di espressione nasce l’impulso a scrivere un libro che contenga la nostra storia, che trasmetta agli altri le nostre stesse emozioni.
A muoverci sono i migliori intenti:
- dare dignità alla nostra esperienza e alle nostre emozioni
- raccontare la nostra storia perché sia di esempio e ispirazione agli altri
- ottenere una rivincita nei confronti di chi ci ha ferito
- comunicare al mondo la gioia di essersi scoperti coraggiosi nei momenti più bui
- esprimere un messaggio che sentiamo in linea con i nostri valori più profondi
Dov’è il problema?
Ti chiederai.
Fin qui, nessun problema: è anzi meraviglioso che la fonte primaria della scrittura sia una sensibilità profonda e autentica.
Il guaio sta in un piccolo particolare, che riassumeremo in una domanda:
Come riuscire a coinvolgere il lettore nella storia, se quella rimane solo la TUA storia?
La tua storia ti sta così a cuore, che forse ti sfugge un particolare importantissimo:
I lettori non hanno vissuto le tue stesse esperienze.
In altre parole, non basta raccontare l’esito delle tue esperienze, le riflessioni che ne sono scaturite, il messaggio che hai imparato.
Questa è solo la punta dell’iceberg.
Perché la tua storia sia davvero “esemplare” e riesca a parlare al cuore dei lettori, il lettore deve vivere sulla sua pelle le esperienze che hanno condotto alla tua nuova consapevolezza.
Dovrà rivivere gli alti e bassi, i momenti di incertezza e di tentennamento.
Dovrai condurlo, attraverso vicende vivide e coinvolgenti, ad attraversare le stesse tappe del tuo viaggio.
Non ti limiterai a enunciare il tuo messaggio e sperare che suoni altrettanto illuminante ai lettori, come lo è per te.
Pensa se, all’inizio della tua personale storia, qualcuno fosse venuto a dirti l’esito di tutte le tue “avventure”.
Se, quando eri follemente innamorata, qualcuno fosse venuto a dirti: “Quel ragazzo ti sta manipolando.”
Se, quando eri convinta di dover diventare una studentessa modello per rendere orgogliosa la tua famiglia, qualcuno ti avesse avvertita: “Devi farlo per te stessa e non per qualcun altro.”
Avresti dato ascolto a queste voci?
No, perché dentro di te eri profondamente convinta del contrario.
Non eri ancora abbastanza consapevole, per ritenerle degne di attenzione.
Non basta avere un messaggio vero e profondo, perché gli altri lo condividano.
Potranno anche rivelarsi d’accordo, in superficie, ma, dentro, la storia non li avrà mossi per davvero.
Non avrà fatto vivere loro il processo catartico attraverso le proprie paure ed emozioni, che è l’unico sentiero per giungere a nuove verità su se stessi e sul modo di vedere il mondo.
Solo così l’effetto “retorico” di un buon romanzo potrà dirsi completo.
Solo così riusciremo a ottenere quella frase che tanto agogniamo, sia da lettori, sia da scrittori:
Questa storia sembra stata scritta per me.
E non è forse quello che vuoi trasmettere anche tu con la tua storia?
Ma allora perché è così difficile?
Se è un risultato auspicabile per qualunque scrittore, perché è così difficile perseguirlo?
Non si tratta di apprendere i concetti di narratologia, o di mettere in atto un po’ del tanto celebrato “Show don’t tell”.
Quella è una prima, fondamentale parte del processo, ma, una volta appresa, è anche la più semplice.
La vera difficoltà per lo scrittore è ripercorrere a ritroso il viaggio che lo ha portato fino alla meta.
Rivivere la tua storia, scoprirti nuovamente debole ed esposta, quando il protagonista tentenna, vacilla di fronte alle difficoltà.
Si tratta di scoprire che i nostri “nemici” hanno anche dei lati buoni, possono essere degni di empatia e comprensione.
Sarebbe più facile vederli come “cattivi”, nere figure frutto del male, invece ci scopriremo a comprendere meglio anche i lati del loro carattere che li hanno portati a “farci del male”.
Grazie alla nostra storia, potremmo anche riuscire a perdonarli.
Non sarà semplice, come avevamo pensato inizialmente.
Il risultato, però, sarà dare alla luce una storia in grado di comunicare davvero qualcosa ai lettori.
Vedrai, inoltre, che scrivere il romanzo ti permetterà di scoprire qualcosa di nuovo sulla tua stessa storia.
E, forse forse, anche su di te.
Consigli per rendere la tua storia una grande storia
3 consigli per riuscire a “distaccarti” dalla tua storia personale quel tanto che basta per renderla una grande storia, capace di emozionare e trasformare chi la leggerà:
1) Opera uno spostamento delle vicende: rendile più lontane dalla tua esperienza autobiografica.
Scrivi di ciò che conosci, ma non esattamente ciò che hai vissuto.
Potrai operare uno spostamento minimo (un’altra città, altri personaggi), oppure radicale (un altro mondo, un altro contesto storico).
Ciò che dovrai conservare sarà l’autenticità delle emozioni. Per fatti e personaggi, lavora di fantasia!
2) Progetta la tua storia in modo coerente: conoscere e applicare i principi di progettazione storie ti consentirà di avere una linea guida per scrivere la tua storia.
Non solo ti permetterà di superare i blocchi creativi, ma sarà di grande aiuto per creare gli effetti di catarsi e coinvolgimento del lettore a cui vuoi puntare.
L’arco di trasformazione del personaggio di Dara Marks – Premessa e concetti introduttivi
3) Affidati a un professionista: non parlo di far scrivere la tua storia a qualcun altro. La tua storia è solo tua e nessun altro saprà scriverla al posto tuo.
Puoi, però, accelerare e facilitare il processo di scrittura del tuo romanzo, facendoti affiancare da un writing coach.
Il writing coach è un tutor di scrittura che saprà guidarti nella progettazione, scrittura e revisione della tua opera.
Potrà sostenerti nell’affrontare blocchi, titubanze e scelte difficili nel corso dell’ideazione e scrittura della storia.
Non si sostituirà a te, non scriverà al posto tuo, non giudicherà né imporrà le sue idee: ti guiderà alla scoperta delle meraviglie che hai dentro e permetterà loro di uscire nel modo più fluido e splendente.
Questo è quello che faccio come writing coach con le mie giovani brillanti autrici.
Se vuoi conoscere meglio il servizio e capire se fa al caso tuo, visita la pagina qui sotto:
E tu, ti senti pronta a rendere la tua storia una grande storia?
Pensi di avere già il giusto distacco dalla tua storia, o ti senti ancora troppo coinvolta?
Scrivimi per commento, o raccontami in privato la tua storia.
Buon racconto di te!
Alessia Pellegrini