Un libro (elettro)domestico
Un giorno ho comprato un libro all’Euronics.
Singolare abitudine! Acquistare libri in un negozio di elettrodomestici.
Si intitolava “Lo strano viaggio di un oggetto smarrito” e quale migliore copertina di due bambini/adulti, col viso celato da cuori di cartone, in un perfetto mix di colori pastello e filtri eccezionali?
(Se hai appena digitato su Google il titolo, per osservare coi tuoi occhi l’illustrazione, complimenti! Sei il lettore curioso che piace a me!)
L’ho acquistato d’impulso, perché mi piaceva la copertina.
Oh antico saggio proverbio, t’ho ignorato! Mi piaceva e l’ho comprato. Prometteva una storia d’amore, leggera, sognante, poetica con una trama assurda e geniale.
Vane promesse.
Era sciatto, sciocco, assurdo sì ma di quell’assurdità da sitcom sudamericana. Una trama improbabile e banale, portata avanti con infantile ingegno e patetico tentativo (fallito) di prosa poetica.
Insomma, dalla bella copertina che mi aveva attratto capii questo: che probabilmente quei due bimbi/adulti avevano scritto a 4 mani quell’obbrobrio.
Ma ho imparato la lezione. Non giudicare un libro dalla filtrata copertina.
Non acquistare un libro all’Euronics.
Non dichiararti amante della lettura se tutto ciò che riesci a fare è giudicare una storia dalla sua illustrazione acchiappa-lettori.
E da qui lancio il mio appello:
Se ami solo i colori pastello di una copertina, non dichiararti book blogger.
Se disponi in ordine cromatico nella tua libreria decine e decine di libri “da leggere”, intanto acquistati per fare figura, non dichiararti book blogger.
Se apri un libro sciancandolo sul pavimento, per fare una foto artistica e popolare, non dichiararti book blogger.
Se passi più tempo ad affermare di amare la lettura, piuttosto che a leggere, non dichiararti book blogger.
Al limite, se vuoi, puoi definirti così: fashion book blogger. Innovativo, no?
Alessia P.
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