Credits Foto: Stefania Gambella
In un mondo frenetico votato alla produttività sempre e comunque, fermiamoci!
Tutto è iniziato da Lei: dalla neve.
Mi sono svegliata e già tutto era diverso dalle altre mattine, avevo uno stimolo, una motivazione ad agire: affacciarmi alla finestra per vedere la neve.
E meravigliosamente lei c’era! C’era il suo manto bianco a ricoprire il giardino, un evento eccezionale qua in Toscana, da vivere con l’emozione di un bambino.
L’eccezione, ovviamente, porta con sé anche un “però”: strade bloccate, scuole chiuse, difficoltà a raggiungere il posto di lavoro.
Con la neve tutto si ferma, rallenta, diventa ovattato, e fa acutizzare, per contrasto, l’ansia del produrre.
Nella mia mente era tutto un susseguirsi disordinato di:
Che bella la neve!
E poi:
Oh no, non posso permettermi di stare qui ferma bloccata!
E poi ancora:
Che meraviglia, è tutto bianco!
E di nuovo:
Come farò a rispettare tutte le scadenze?!
Allora ho fatto la cosa migliore che si possa fare quando il panico ci attanaglia, mi sono fermata e mi sono detta:
Che sarà mai se un giorno tutto si ferma? Se rallentiamo i ritmi, il lavoro, lo studio.
Se, anche se è un banalissimo giovedì, oggi facciamo finta che sia Domenica e ci godiamo soltanto la bellezza dell’attimo presente?
Sembra facile a dirsi, ma non è facile…
In un mondo in cui tutti ci vogliono sempre aggiornati, dinamici, costantemente motivati a produrre, a migliorarsi e progredire, prendersi un attimo di riposo fuori dal suo spazio consentito sembra quasi un atto blasfemo, un oltraggio all’efficienza.
Vi siete mai sentiti oppressi -come me- dai continui messaggi di positività e ottimismo a tutti i costi?
Dall’invito a divertirci sempre, intrattenerci sempre, mobilitarci senza sosta.
Nel tentativo di stare sempre al passo col nuovo mondo che vertiginosamente cambia e sembra irridere a chi si ostina a guardare indietro -retrogrado nostalgico!
Io stessa sono stata spesso fagocitata dalle logiche non logiche di questo sistema votato alla perenne sostituzione del vecchio col nuovo, che spesso si attua in un mero riciclo di se stesso.
Davvero devo essere sempre aggiornata, pronta, attenta?
Davvero non posso mai permettermi di rimanere indietro, o di tralasciare di approfondire qualche cosa, solo perché non mi va?
Credo fermamente nell’importanza di coltivare se stessi e le proprie attitudini, acquisendo con impegno e costanza nuove capacità e competenze.
Ci credo perché ammiro l’Uomo e ho fiducia nel suo potere di imparare.
Eppure ritengo anche che a volte si dia troppa importanza a tutta questa frenetica gara alla crescita personale.
Come se allo sterminato Universo importasse qualcosa se io oggi mi fermo per un attimo, se non vado a scuola, lavoro, supermercato, banca, cinema, discoteca.
Come se il mondo dovesse crollare se lo faccio domani, sì, DOMANI!
Perché voglio essere libera di rimandare ogni cosa e godermi questa vita, che è l’unica che ho, e non rimanere ancorata al passato, ma neanche dipendere da un futuro che promette e non mantiene mai.
Buffo l’antico detto CARPE DIEM.
Non “cogli l’attimo”, ma più propriamente: “Vivi l’oggi!”, godi di questo momento e vivilo intensamente in tutte le sue sfaccettature.
È uno dei proverbi più inflazionati, una di quelle frasi da diario segreto, da scritta sul muro, da nome di pizzeria al taglio. Eppure chi lo applica davvero?
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