5 differenze tra scrittura per il web e scrittura tradizionale
differenze tra scrittura per il web e scrittura tradizionale

La comunicazione online è diversa da quella offline? In parte sì!
Ecco 5 differenze tra scrittura per il web e scrittura tradizionale

Quando parliamo di scrittura per il web, tutti ci invitano a fare attenzione.

Non è la stessa cosa che scrivere alla vecchia maniera!

Questo è il monito che da più voci ci viene rivolto, avvertendoci che, a volte, la scrittura per il web può presentare rischi e insidie anche -o forse soprattutto- per chi già sa scrivere bene nel mondo offline. 

Ho deciso quindi di riunire qui 5 differenze tra scrittura per il web e scrittura tradizionale che ho testato sulla mia pelle. 
Queste ritengo siano delle costanti universalmente valide, con minime variazioni inevitabili, a seconda dell’argomento e dello stile dei nostri contenuti.
Parole chiave? Correttezza, leggibilità e chiarezza.

5 differenze tra scrivere per il web e scrittura tradizionale

  1. Divisione in paragrafi. Nella scrittura tradizionale, i paragrafi sono importanti, ma corrispondono a cambi di argomento e seguono regole ben precise.
    Nella scrittura per il web, invece, spesso i paragrafi sono al servizio di una migliore leggibilità e si fanno per questo più frequenti: frammentare l’articolo aiuta a seguirlo meglio, soprattutto se la lettura avviene tramite cellulare.
    Senza esagerare, dividere il nostro contenuto web in paragrafi, permetterà al lettore di seguirci più volentieri e fino alla fine. 
  2. Lunghezza dei periodi. Per quanto la sintassi italiana permetta di destreggiarsi in periodi infiniti, a patto che siano sorretti da una salda punteggiatura, la scrittura sul web ha dei limiti più netti.
    Una frase troppo lunga rischia di far perdere l’attenzione al lettore, che magari sta scorrendo il nostro articolo di fretta, in pausa caffè o senza troppa attenzione.
    Meglio utilizzare periodi brevi, che vanno dritti al punto, incisivi ed essenziali. 
  3. Ammessi corsivi, rientri e grassetti.
    Nella scrittura offline questo sarebbe inammissibile, ma la scrittura sul web è invece ghiotta di grassetti, rientri, uso del corsivo, cambio di grandezza del carattere, per mettere in evidenza concetti portanti dei propri contenuti.

    Potete sbizzarrirvi anche coi i colori, ma attenzione a non esagerare!
  4. L’importanza dei titoli (H1, H2, H3).
    Quando scriviamo un articolo sul web, i titoli sono essenziali, sia dal punto di vista della leggibilità, sia per il posizionamento.

    Nella comunicazione scritta tradizionale questo aspetto non solo è secondario, ma si tratterebbe di un vero e proprio errore cospargere i testi di titoli, titoletti e sottotitoli.
  5. Non dare nulla per scontato.
    La scrittura per il web si rivolge potenzialmente a tutti, quindi, a mio avviso, dovremmo cercare di essere il più “democratici” possibili.

    Non banali, non qualunquisti, non semplicistici, ma chiari sì.
    Francesca Mattia
    , dalle pagine magenta di Pennamontata
    , parla a questo proposito di “Copywriting potabile“, facilmente fruibile e immediato per il lettore.
    Ciò significa che non sarà opportuno riportare una citazione in inglese/francese senza tradurla, o tirare in ballo un personaggio semi-famoso, o famoso in una nicchia ridotta, senza dare qualche informazione su di lui.
    Siamo liberissimi ovviamente di comunicare come preferiamo, ma dobbiamo essere aperti al rischio che il lettore, annoiato e confuso, vada a chiarirsi le idee altrove.

Libere conclusioni sull’argomento 

Che cosa ne pensate di queste 5 differenze tra scrittura per il web e scrittura tradizionale?

Non nego che ci siano affinità da cui non si può prescindere. Si tratta pur sempre di scrittura!
Tuttavia, a differenti canali di comunicazione corrispondono diversi stili e abitudini scrittorie.
Senza creare faide, conflitti secolari e fazioni a favore dell’uno o dell’altro tipo di scrittura, la offline e la online, ritengo che tutti possiamo essere d’accordo su un punto: chiarezza, leggibilità e correttezza grammaticale dovrebbero essere le parole d’ordine di ogni tipo di comunicazione.
Assunto che a volte, nel mondo accademico e a elevati livelli di espressione scritta, viene dimenticato o volontariamente tradito – e spesso con malcelato compiacimento da parte dei sadici autori!

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