Corso gratis di scrittura ed altri errori di grammatica gratuiti
Per tutti quelli che “Gratis è un avverbio, non un aggettivo” e quelli che “Oh mio Dio, metti un punto e virgola tra quelle coordinate!“, ecco un articolo su misura per i maniaci della grammatica italiana.
Non si tratta di pazzia: questa è l’Italia! [Cit.]
Ho riunito qui per voi 5 errori grammaticali frequenti che cadono sotto la nostra attenzione tutti i giorni.
Li troviamo utilizzati tra i metodi di persuasione delle pubblicità, oppure dentro a slogan, discorsi pubblici e tante altre fonti scritte più o meno autorevoli.
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Facile fare i maniaci grammaticali con i post su Facebook, ma siete sicuri di aver individuato questi 5 errori grammaticali frequenti ai “livelli alti” di pubblicazioni scritte?
Giudicate voi!
I 5 errori di grammatica che non ti aspetti
- “Corso gratis“, “seminario gratis“, “il miglior corso online gratis“.
Chi di voi strizza gli occhi infastidito di fronte a questo uso improprio dell’avverbio gratis? Secondo la grammatica italiana, l’aggettivo è “gratuito”, mentre “gratis” è un avverbio, che equivale a “gratuitamente”.
Quindi sarebbe corretto dire “corso gratuito di scrittura creativa“, ma si sa: alcuni slogan sono troppo lunghi da scrivere su un banner o cartellone pubblicitario!
E allora continuiamo pure a dire “corso gratuitamente” e non parliamo della diffusa espressione popolare “a gratis“/”a gratisse“. - “Piuttosto che” con uso disgiuntivo. Lo so che anche a voi si accappona la pelle quando, alla discussione di laurea del secchione di turno, il candidato inizia con ostinazione a esporre la sua tesi e, tra concetti astrusi di mirabile complessità, fioccano i “piuttosto che” usati come una congiunzione disgiuntiva “o”.
“Questo concetto fu molto ripreso in letteratura, piuttosto che nell’arte pittorica, piuttosto che nel cinema“.
In questi momenti cercate di mantenere un sorriso formale di cortesia e di non avventarvi contro lo studente di fronte a tutta la commissione di laurea. - “Sia questo… che quello”. Un errore così comune che quasi non ci facciamo caso e spesso nemmeno lo segnaliamo come tale.
Anche io, nella lingua parlata, spesso casco nel tranello!
Eppure, secondo la grammatica italiana, l’uso corretto nel mettere in relazione le due frasi sarebbe: “sia questo… sia quello“.
Allora impegniamoci tutti e cerchiamo di debellare questo frequente errore grammaticale. - Abuso di “d” eufoniche. Mi ricordo bene la prima volta che imparai come usare la “d” eufonica nel modo corretto: ero in prima superiore, al corso pomeridiano del giornalino della scuola.Il professore che lo organizzava, alquanto isterico e dalla voce stridula, davanti alle nostre bozze, sbottò con un: “La D ci vuole soltanto quando la parola successiva inizia con la stessa lettera!”In parole povere è corretto metterla in “eD ecco“; “eD effettivamente“, mentre è errore usare la “d” eufonica in tutti gli altri casi.
Es. edavevo ragione; adesprimere gratitudine, ecc… - Apostrofi e accenti. Vogliamo lanciare un appello a voce forte e chiara?
Accenti e apostrofi non sono interscambiabili!
Quindi, per favore, diciamo no a tutti i:
– pò
– si
– si’
– cosi’
– perche’
– e’
– é (si scrive è con accento grave)
– citta’
– hai qualche altro uso dell’apostrofo o dell’accento improprio da segnalarmi?
Che ne pensate di questi errori grammaticali frequenti?
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Anche voi li avete trovati spesso in testi pubblicitari o documenti importanti?
Oppure vi è capitato di cadere vittima di qualche svista o uso impreciso della grammatica italiana?
Fatemelo sapere!
Aggiorneremo con estrema soddisfazione la lista degli errori da debellare!